L’acquisizione di una longevità sana e di un vero e proprio successful aging dipendono dal punto di vista biologico da tre fattori che stanno alla base del logoramento nel tempo del nostro organismo: ossidazione, glicazione e infiammazione.
Per determinare un invecchiamento in salute tali parametri dovranno essere monitorati e mantenuti in equilibrio tra di loro con una valutazione a 360° e una visione d’insieme, in quanto si tratta di elementi fortemente interconnessi.
Concentriamoci ora sull’infiammazione ed in particolare sull’Inflammaging, ossia sull’infiammazione associata all’invecchiamento. Tale termine è stato coniato per definire una condizione latente di infiammazione cronica comune a molte malattie età-correlate. Non si tratta dell’infiammazione di tipo acuto, che è una reazione di vitale importanza del nostro sistema immunitario in risposta ad un danno fisico o ad agenti chimici o biologici, bensì di uno stato infiammatorio silente, subdolo e che perdura nel tempo determinando alla lunga danni irreparabili.
Occorre pertanto diminuire l’infiammazione cronica senza compromettere una risposta acuta in caso di esposizione dell’organismo agli agenti lesivi o patogeni. L’equilibrio tra le molecole proinfiammatorie e quelle antiinfiammatorie è chiamato bilancia infiammatoria ed è una chiave fondamentale del benessere individuale. E’ noto infatti che l’infiammazione riveste un ruolo molto importante nella patogenesi delle malattie cardiovascolari, come ad esempio l’aterosclerosi, e nella neuroinfiammazione, vedi i processi neuroinfiammatori che hanno luogo nella malattia di Alzheimer. Ma non solo: l’inflammaging è alla base anche delle patologie cronico-degenerative osteoarticolari e neoplastiche.
Da tali considerazioni emerge l’utilità di una profilazione genetica in tale ambito e di una valutazione a livello biochimico della situazione attuale del soggetto in termini di inflammaging, al fine di poter mantenere in equilibrio la bilancia infiammatoria o di intervenire prontamente laddove risulti già alterata.
Il percorso IUNIC Antiaging prevede per l’inflammaging:
- dal punto di vista genetico l’analisi dei geni espressori delle più importanti molecole infiammatorie quali IL1alpha, IL1beta, IL6, TNFα, e della più importante molecola antiinfiammatoria IL-10. Tale molecola inibisce il rilascio delle citochine proinfiammatorie, limitando fisiologicamente l’infiammazione, tanto che soggetti portatori di una variante genotipica sfavorevole presentano un rischio relativamente maggiore di sviluppare patologie cardiovascolari rispetto ai non portatori;
- dal punto di vista biochimico: Proteina C Reattiva Ultrasensibile, Ferritina, Omega Screening. In particolare quest’ultimo rappresenta il miglior marcatore dell’entità dell’infiammazione cronica di basso grado. Tale test permette di misurare il rapporto tra Omega 6 e Omega 3, acidi grassi essenziali che hanno rispettivamente attività proinfiammatoria (Omega 6, principalmente Acido Arachidonico AA) e antiossidante e antinfiammatoria (Omega 3, principalmente acido Eicosapanteinoico EPA e Docosapanteinoico DHA). EPA e DHA sono anche chiamati Resolvine, proprio per la loro specifica attività risolutiva nei confronti dell’infiammazione di basso grado.
Sulla base della propria predisposizione genetica e della presenza o meno di un’eventuale alterazione della bilancia ossidativa sarà possibile impostare una strategia d’intervento su più fronti: una regolare e non improvvisata attività fisica, vita sociale ed emozioni positive, mantenimento del peso corporeo, restrizione calorica ed alimentazione sana ed equilibrata concorrono infatti in modo positivo nel contenere e ridurre l’inflammaging.
L’alimentazione gioca un ruolo estremamente decisivo: basti pensare che omega 6 ed omega 3, le principali molecole con azione pro e antiinfiammatoria, sono acidi grassi essenziali, cioè molecole che il nostro corpo deve necessariamente assumere dall’esterno in quanto non in grado di sintetizzarle. Inoltre l’alimentazione moderna è ricca di grassi idrogenati e grassi trans che hanno una marcata azione infiammatoria.
Se non prestiamo particolare attenzione alla qualità della nostra alimentazione affidandoci ad esperti del settore e personalizzando l’approccio dietetico grazie all’analisi genetica e biochimica, è facile diventare vittime dell’inflammaging e delle relative conseguenze negative.