Inflammaging / Risposta infiammatoria
Il termine “inflammaging” indica lo stato di infiammazione cronica associata all’invecchiamento, come conseguenza della perdita dei meccanismi protettivi della cellula nei confronti di agenti nocivi ambientali, chimici, fisici e biologici. Non si tratta dell’infiammazione acuta, ma della più subdola infiammazione cronica: senza dare segnali evidenti, porta ad un progressivo invecchiamento e logoramento dell’organismo.
L’inflammaging costituisce un fattore di rischio altamente significativo. Non esiste malattia cardio-vascolare senza prima un processo infiammatorio, che coinvolga la parete dei vasi sanguigni. Non esiste malattia neuro-degenerativa, che non sia accompagnata da neuro-infiammazione. Non esiste tumore, senza il concorso di un processo pro-infiammatorio.
Una profilazione genomica preventiva non può quindi prescindere dalla valutazione dei geni espressori delle più importanti molecole pro-infiammatorie (che favoriscono l’infiammazione) e anti-infiammatorie (che contrastano il processo infiammatorio). L’equilibrio tra queste due componenti è chiamato bilancia infiammatoria ed è una chiave fondamentale del benessere individuale, se in equilibrio o dell’invecchiamento accelerato, se sbilanciata.
- Il gene IL1alpha e il gene IL1beta codificano per citochine coinvolte nei processi infiammatori. Varianti genetiche possono portare ad una loro sovra-espressione, correlata con il grado di progressione neuroinfiammatoria e neurodegenerativa.
- Il gene IL6 codifica per l’interleuchina-6, una citochina multifunzionale coinvolta nell’amplificazione della risposta infiammatoria. Un polimorfismo ne modula i livelli di espressione, favorendo l’eccessiva risposta infiammatoria non controllata. La condizione espone ad un sottofondo pro-infiammatorio, nocivo per la salute e per l’aspettativa di vita.
- Il gene IL10 codifica per la citochina interleuchina-10 ad azione immunosoppressiva, che limita fisiologicamente l’infiammazione. Il polimorfismo analizzato è associato ad una ridotta produzione di IL-10 e aumenta significativamente il rischio di invecchiamento accelerato e di sviluppare condizioni degenerative.
- Il gene TNFα codifica per una citochina pro-infiammatoria che promuove l’aterogenesi e il danno vascolare. TNF è inoltre coinvolto in numerosissimi processi, come l’apoptosi delle cellule, la proliferazione, il differenziamento. I polimorfismi possono condizionarne livelli ed attività, interferendo sfavorevolmente sui meccanismo pro-infiammatori.
- Omega Screening
Un modo indiretto per valutare la condizione di benessere e di equilibrio della bilancia infiammatoria in un soggetto è dato dalla misurazione del rapporto tra omega-6 ed omega-3, che si traduce nel rapporto tra l’acido arachidonico (AA), appartenente alla categoria degli omega-6, e gli acidi eicosapentaneoico (EPA e docosaesaenoico (DHA). In pratica AA/EPA e AA/DHA.
L’equilibrio degli acidi grassi della serie Omega3/Omega6 può essere reso non efficiente in maniera indiretta da polimorfismi che agiscono nel processo infiammatorio e sullo stress ossidativo. - Proteina C Reattiva Ultrasensibile
Un altro marcatore ematochimico dell’infiammazione è dato dalla PCR (proteina C reattiva). Valori superiori a 2,1 mg/l nell’uomo e a 7,3 mg/l nelle donne sono ad esempio associati ad un significativo incremento del rischio di malattia cardiovascolare (CAD). Un dosaggio quindi della PCR è un altro parametro di monitoraggio dell’inflammaging. - Ferritina
La Ferritina è una proteina ad alto peso molecolare presente negli epatociti e nelle cellule reticolo endoteliali e rappresentativa delle riserve di ferro nell’organismo.
Alti livelli ematici di ferritina si evidenziano come espressione di patologie infiammatorie rappresentando il marker sanguigno di processi infiammatori inveterati.